Intervista alla trasmissione Stereonotte di RadioRai del 1996. In studio Giancarlo Susanna.

GS: in questo nuovo album "Sesso e Violenza" mi pare che ci siano delle tematiche che riemergono, cioè una riaffermazione di una propria identità un po' ribelle: a te le mode non piacciono molto, ma ne parleremo dopo. C'è anche un suono molto scarno, più rock e diretto rispetto all'ultimo album in cui c'era spesso il pianoforte e avevi anche inserito una voce lirica in un pezzo.
FF: non lo so. Ci sono anche delle ballate molto morbide. Il pianoforte c'è anche qui. Può darsi però che l'impressione globale sia più dura rispetto a "Non è Tardi".
GS: il famoso nuovo libro di poesie ? ancora niente?
FF: aspetto che ci sia una casa editrice disposta a farmi fare un libro di poesie. Rispetto al passato sono cambiati i tempi e forse anche il mio modo di approcciarmi alla comunicazione. Prima mi piaceva curarla personalmente con l'autoproduzione, adesso mi pongo dei limiti nuovi. Se qualcuno pensa che fare un libro di poesie di Federico Fiumani valga la pena si faccia avanti altrimenti le poesie le scrivo lo stesso e le tengo nell'agenda perché mi piace e mi fa tenerezza nei confronti di me stesso.
GS: a proposito di "Sesso e Violenza": è stata per me un po' una sorpresa perché io ero rimasto a un album annunciato che doveva uscire con l'IRA. Che è successo?
FF: guarda potrei dire un sacco di cose perché difficilmente qualcuno dell'IRA é all'ascolto. Posso però tranquillizzare gli acquirenti del disco che, grossomodo, il contenuto di "Sesso e Violenza" è uguale a quello che doveva essere in "Vita Nomade". Il discorso è questo: il disco doveva uscire con la IRA poi non se ne fece nulla, allora doveva uscire per una piccola etichetta di Firenze ,che si chiama Abraxas, per ragioni contrattuali. Questo ha fatto sì che i due o tre pezzi più belli in assoluto che ho mai scritto li ho lasciati fuori perchi ho pensato: "questi pezzi mi possono aiutare a diventare famoso, non li do ad un'etichetta piccola". In seguito il disco ha interessato la Fliyng, l'avessi saputo li avrei messi. Per cui i pezzi più belli che ho mai scritto usciranno nel prossimo album. Ora come ora se riesco ad avere una buona risposta sulla stampa e riesco a fare molti concerti sono già contento. Poi il prossimo progetto verrà pensato secondo regole di mercato più attente anche per allargare il pubblico.
GS: certo. L'importante però è la qualità e su quella, parlando di te, non si discute.
FF: sì, anche per me è importante, purtroppo non tutti la pensano così. Forse ci vuole qualcosaltro. Metterò una bellissima ragazza nel gruppo e io tornerò a suonare la chitarra e basta. Cambierò nome al gruppo e tutti urleranno alla novità.
GS: nella canzone "Vita Nomade", che è poi quella che doveva dare il titolo al tuo album da solo, c'è un'affermazione di indipendenza di tutti i tipi. Sbaglio?
FF: l'idea di questa canzone nacque perché l'estate scorsa facemmo un concerto a Settimo Milanese organizzato da persone molte interessate alla poesia. C'eravamo io e Freak Antoni. Al pomeriggio facemmo una sorta di conferenza col pubblico che poi sarebbe venuto a vedere il concerto. Mi chiedevano della mia vita e io tirai fuori il concetto di vita nomade associandolo all'idea degli animali: perché gli uccelli volano 3000 chilometri solo per andare a nidificare? Perchi è il loro istinto! Qual è il mio istinto? Quello di andare in giro a suonare. Se mi dicono: "perché lo fai? Guadagni di più se stai a casa e copi gli indirizzi sulle buste", io rispondo: "avete ragione però non so per quale cazzo di ragione io ho bisogno di sapere che fra una settimana sono a suonare a Roma, il giorno dopo a Treviso". Probabilmente lo fai essenzialmente per te stesso.