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VIAGGIO IN SIBERIA CON I DIAFRAMMA
tratta  da  FIRENZE SPETTACOLO
Scritto da Simone Fortuna

Firenze new-wave, ovvero come arrivare al primo Lp ed essere quasi dei
veterani. Tocca per primi ai Diaframma: il loro disco, molto atteso, si
chiama "Siberia", ed è previsto per metà novembre. Intanto due brani
escono a giorni sulla compilation Catalogue issue, con cui debutta una
nuova etichetta fiorentina, l'Ira records.
È stato un anno di gloria e contrasti per i Diaframma. Un anno che
comincia con il primo disco importante, l'lp "Altrove", e prosegue con la
sostituzione del cantante, Miro Sassolini al posto di Nicola Vannini,
la tournee in Olanda e il secondo posto assoluto tra i migliori gruppi
italiani nel referendum della rivista leader, Rockerilla.
Fra le tante, l'uscita di "Siberia"  comunque la scadenza decisiva,
quella su cui il quartetto (Federico Fiumani testi e chitarra, Gianni
Cicchi batteria, Leandro Cicchi basso, oltre a Miro) punta esplicite
speranze di allargamento dell'audience, per una musica impegnativa,
poco commerciale, com'è quella che in qualche modo accomuna i
gruppi 'storici' di Firenze. Per di più, a confronto con Neon  e
Litfiba, i Diaframma sembrano aver scelto da sempre la via più
difficile. Sono i più dark, i più  tormentati. I loro pezzi nascono per
la struttura severa basso-chitarra-voce, e solo gli ultimi godono della
benedizione di (poche) tastiere. Sordi agli 'inevitabili sviluppi' dei
capiscuola inglesi di qualche anno fa, i Diaframma insistono invece
nella politica dei piccoli passi: non si mettono a fare pop dance,
semmai tentano di valorizzare la musica in cui credono. Come? Suonando
meglio, impegnandosi ancor di più nei testi, vera chiave di volta del
mondo di Federico (ha scritto un libro di poesie, "Neogrigio", per le
edizion Idi). Anche il contratto con l'Ira records va interpretato in
questo senso: 'L'Ira è la più grande delle piccole etichette italiane.
Siamo convinti che con loro avremo promozione e distribuzione ai
massimi livelli'.
Ecco, questo è un punto ricorrente anche parlando con altri gruppi: se
non si sfonda non è un problema artistico ('Suoniamo meglio dei Sex
Gang Garden o dei Danse Society'), ma un problema di promozione, di
soldi che nessuno ha il coraggio di investire. Ma ora, con una casa
discografica in cui credono e l'innegabile maturazione professionale,
per i Diaframma è arrivato il momento della verità. Sono i primi ad
ammetterlo: 'Non c'è un clima da ultima spiaggia, ma insomma se Siberia
non andasse bene dovremmo ridiscutere tutto. Certo io a fare i
concertini per autoprodurci non ci torno', dice Federico.
Il che ovviamente non sarà. Abbiamo ascoltato il nastro in anteprima.
Ci sono brani come "Siberia" e "Amsterdam" che possono essere goduti da
qualsiasi profano, in particolare di "Siberia" aspettiamo il video girato
dallo studio Larione 10, che dovrebbe passare presto su Videomusic. I
rischi stanno invece nella 'tenuta' costante di un sound così
essenziale lungo la distanza del long playing, e nelle mode (jazz,
psichedelica, neo-sinfonico) che corrono più di loro. Ma i Diaframma
non suonano per diventare ricchi, e soprattutto credono in quello che
fanno. Speriamo che i fatti gli diano ragione.