FEDERICO FIUMANI
Neogrigio

I.D.L.Edizioni Lacerba
Dicembre 1983
Tiratura Limitata 300 Esemplari

Prefazione di Paolo Cesaretti:

FEDERICO FIUMANI, vive la sua attesa in riverente silenzio. Il divenire uomo e la consapevolezza di esserlo, ne determinano la forza espressiva. La sua vena poetica non può sbiadire o finire, perché per Federico Fiumani la poesia è vita. Una vita vissuta senza idealistiche illusioni, contrapponendo ad una disperata realtà esteriore la continua ricerca di un cosmo interiore, da cui trarre nuova energia e nel quale vivere gli attimi migliori. I toni meditabondi e le immagini vuote, un vuoto da riempire di significati, sono l'essenza determinante di questa raccolta. Trenta composizioni, ognuna con un suo proprio momento; un frammento di un infinito mosaico: la memoria. Ma la funzione delle composizioni non si esaurisce nel pur limitato lasso di tempo che le contiene, costituisce bensì un continuum emotivo nel quale calarsi e con il quale confrontarsi. Un duro sfogo contro la ipocrisia dei falsi sentimenti, rappresenta l'ideologia del pianto spezzato, del distacco dal terreno per una ascetica e melanconica contemplatività, caretterizzante la dialettica onirica di Fiumani. Se alcune immagini rimangono troppo vivide per essere un sogno, altre sono immensamente delicate e distanti, per appartenere ad una realtà seppur in emozione.
Ed è nella incoraggiante dimensione stilistica che si fondono le esperienze surrealiste, ermetiche, e decadenti che con le loro proprie vitali caratteristiche donano a quest'opera una totalità percettiva a sè stante, emittente energia propria.
"... Passando oltre il buio, afferro gli attimi e li ricompongo..
... affermando la mia esistenza sopra ogni altra cosa."

(da Cult)



SAME
Tutti i gesti si ripetono
il migliore poteva essere l'ultimo
quando diventa difficile
continuare a mascherarsi
oppure fuggire
e aspettare che i passi
diventino lontani.
Questi giorni restano chiusi
nel buio di un labirinto
dove non so cosa mi aspetta
forse l'alba frenetica
o soltanto la prossima uscita.

MAGNETICO
Guardando fuori
gli occhi si fermano al vetro
ignorando il sorriso del mondo
al primo risveglio
e i raggi del giorno
scivolano stancamente
sugli oggetti lasciati per terra
che riscoprono la luce
in un magnetico disordine.

SISTEMA
Nelle stanze sotto le fondamenta
le vecchie tubature diventano vene
che seguono e spezzano i disegni del muro.
Una linea più forte porta alle altre
dividendo il cuore in un lampo
ed io voglio la mia parte,
quella che non sanguina.

CERA
Le modelle fatte di cera
siedono su rovine di legno,
prestano i propri giochi
ai frutti della natura morta
nascondono il loro destino
all'inverno che picchia sui vetri.

SILENZIO
Anche stanotte non dormirò a casa.
Qualcuno mi aspetta con le luci accese
una sigaretta rotola sul pavimento
e si spegne per inerzia.
I miei occhi sono aperti
vicino al cuscino,
aspetto di veder nascere
un filo di luce alla finestra.
Nel buio il cuore si riposa
mentre tutt'intorno è silenzio.

PUNK
La forza del rumore
è rimasta dentro di me,
nel ritmo isterico delle cose.
Non è ricordare quello che voglio.
Chiudiamoci in un garage
a creare cose nuove
a dare una forma 
alle nostre attitudini,
perché il tempo non ci risparmia
e le mani si stanno congelando.

MASCHERE DI PASSAGGIO
La tua voce
è il suono delle foglie morte.
Il senso del freddo
mi accarezza lentamente
quando entra dentro di me.
Parole che risplendono al sole
dopo la pioggia
e si rispondono da lontano.
Cercano le vene sotto la pelle
senza neppur ferirle
come qualcosa che ho dimenticato
e che sopravvive.

SIRENE
Le onde del mare restano tranquille
anche in una notte senza luna
quando le uniche luci
sono gli occhi delle sirene.
Ed ogni immagine somiglia ad un quadro
che rotola in fondo al mare
lontano dagli scogli
o dimenticato a un vecchio muro.

VM.
Salendo le scale
colpisco il silenzio
che mi trascina ancora
nello strano ripetersi di queste stanze.
Ad ogni porta riscopro il mio volto
e la gioia di vederlo invecchiato.

FUTURO
Vicino agli angoli di marmo
il sangue scorre freddo,
vanifica il palmo
di una mano protesa.
I rumori si perdono altrove
dove io ti chiamavo
senza riconoscere la mia voce
con la paura che il futuro
si allontanasse in fretta
nei segni di un volto dimenticato,
quando un bambino distrugge i gocattoli.

DIPENDENZE
Dove finisce il corpo
cominciano i fili delle macchine
ogni pulsazione
è un segno sullo schermo
Attività interrotta.
Ogni attimo allontana dal mondo
la pelle è una corazza ruvida
che separa un dramma dagli altri.
Se soltanto qualcosa cambiasse
se il letto fosse meno pesante
se la stanza ritornasse vuota
per potersi alzare in silenzio
sfiorando il pavimento,
uscire dalla finestra.

NIENTE
Nell'attimo in cui mi accorgo
di non essere più niente
ritrovo il coraggio di guardarti,
la forza in un'espressione diversa
nella gioia di un volto pulito.
Ho aspettato in disparte
come se fosse stato
l'ultimo appiglio che rimaneva
insieme alla luce degli occhi
ma il destino è una luce più forte.
e ti nasconde.

TARANTO 1982
Il confondersi delle case
era un quadro confuso
che si stemperava sorridendo
sul ferro delle rotaie.
Io cercavo il filo
che lega le cose senza ferirle
aspettando l'abbraccio del giorno
in una stazione completamente vuota.

TRAMA
È notte, alta e perfetta notte.
Il divano cambia colore,
il letto mi sorride.
Guardo la luna,
lo specchio dei tuoi occhi assonnati.
Adesso che ogni cosa
somiglia al tuo nome
le mani non hanno più niente da stringere.

SPLEEN
Sapore di un triste pomeriggio
che cerca senza fretta
le fragili basi dell'esistenza.
Il mondo visto con gli occhi degli altri
rotola dolcemente dentro di me,
incursioni sporadiche nella mia mente.
È come svegliarsi all'improvviso
e ritrovarsi in una casa di montagna
ricoperta di neve e di vento.
Sentire voci amiche dal muro
che chiamano il mio nome.

OCEANO
Da quanto tempo
la terra è inghiottita dal mare
e continua a vivere.
Le città ferite dal sole
restano sott'acqua
rinchiuse in sfere di vetro
i nostri corpi sono dondolati dalle onde.
I tuoi gesti erano diventati lenti
ti guardavo raccogliere le pietre dal fondo
lungo la sabbia liscia
prima di essere trascinato via.

SESTO SENSO
La solitudine che ho scelto
esiste in ogni attimo
come qualcosa di estraneo
che mi tradisce per andare avanti.
Il mattino è una voce
che ripete la stessa frase
e su quelle parole costruisco l'eterno
aspettando che finisca.

GRIGIO
A volte sento che è il mio destino
quello di andarmene
prima che tu sia sveglia
quando le auto ricominciano a camminare
senza una direzione precisa.
Evito di guardarti
mentre sei ancora sospesa
nei giochi del buio.
Raccatto i soldi che mi lasci sul tavolo
ed esco dalla tua vita
senza voltarmi.

INVERNO
L'inverno tornerà presto.
Lo leggo nei gesti che si ripetono
nei volti invecchiati
più in fretta dei giorni
E anche se tutto rimane
e sembra ordinato
le luci sono più fredde
sul silenzio che cade da sempre.

STRAPPATO
Il rumore delle macchine
e poi Firenze d'un colpo diventa lontana.
Chiuso nei vagoni che fischiano
ascolto i sussurri sospesi
sul bordo dei finestrini.
Non sono quello che ero,
nn c'e' tempo per pensarci.
Qualcosa che mi allontana
da questi giorni rinchiusi in un sogno.

ECO
Ascoltando il suono delle cascate
il rumore diventa eco.
Pensavo al respiro degli alberi
alle distese di verde
dove sarei potuto cadere
senza il bisogno di risalire.
La pioggia mi raggiungeva
percorrendo un universo
fatto di suoni e fantasie
proprio nel momento in cui
la luce voltando lo sguardo moriva.

"BANANAMOON"
La notte piange in un colpo di vento
che esce d'improvviso
dalla lunga fila delle case vuote.
Ascolto l'attrito
delle grida esiliate dal mondo
che erano soltanto frammenti dimenticati
e adesso dissolti
dove i miei occhi li hanno chiamati
dove il giorno ferito impazziva di luce.

DAI VETRI
Le mani nella cenere
toccano il fondo.
Guardando dai vetri
scopro la gente che vive in disparte
e non ha bisogno di me.

PRIMAVERA O AUTUNNO
La vaga sensazione
di quei giorni sbiaditi.
Guardando dalla finestra
accarezzo il ritmo delle strade
nei viali innevati le carezze improvvise
sono strappate alle foglie,
alle loro vene secche e scure.
Resteremo in questi luoghi grigi
lontano dal mondo
senza sapere se è primavera o autunno.

TINTURA
Quando credevo
che i giorni si sarebbero
prima o poi fermati
per poterne scegliere alcuni
al posto di altri,
cedevo ai passi dell'esistenza
che si frantuma
e reagisce in un attimo.
Tu fingevi un'espressione diversa
graffiando i bordi ingialliti
di una vecchia fotografia
col pensiero alla superficie
per guardare cosa c'era sotto.

ASSENZA
La rete di una strada notturna
appartiene a un teppista isolato
che camminando colpisce
quello che trova intorno.
Ascoltando i suoi passi da fuori
tutto sembra scomparire
fra le mura della mia finestra
dove è ancora ieri
e dove ho cercato così spesso la luce
da non sapere cosa fosse veramente.
Quando il tempo restava uguale
io sono cambiato.

D'IMPROVVISO
D'improvviso ricordo
che esistere non basta
che tutto ciò che chiamo per nome
mi è sconosciuto
e tende ad allontanarsi
intorno a un grigiore confuso
malato alle radici.

CULT
Passando oltre il buio
afferro gli attimi e li ricompongo
fingendo di ignorare
le strane analogie
che governano questi giorni
Bacio le ferite che si richiudono
affermando la mia esistenza
sopra ogni altra cosa.

FUORI DALLE PAROLE
È l'indifferenza che dà un senso
agli scambi con l'esterno
quella strana sensazione
che mi aiuta a vivere,
quel senso di disagio
che si perde con l'alta marea
fuori dalle parole essiccate al sole.

PIOGGIA
La luce entra nelle stanze di vento
ed è una riga sui vetri
che mi consola.
Sentivo il suo tocco lieve
accarezzare le case
coprendo col respiro
il deserto isolato dei tetti
che forse scottano ancora.
Partirò presto, con il peso degli altri
e guarderò uno a uno
gli attimi spegnersi
nel fuoco improvviso di un giorno di pioggia.