Lunedì 18 Dicembre 2000

 

[il seguente documento è un estratto dai fascicoli della questura di Milano, sezione UIGOS-Polizia politica; fin ora questi atti erano secretati]

Per molti lui è solo il misterioso spilungone cui appartiene il braccio sempre alzato che immancabilmente compare minaccioso ad altezza microfono in molte occasioni dal vivo ed in quasi tutte le riprese video di concerti dei diaframma; per altri lui è solo quel tipo che si aggira per i rock-club italiani underground indossando una magliettina con la scritta "Absolut". Il suo nome in codice è "Pogaeta", nomignolo guadagnato sui campi di battaglia; ma noi conosciamo la sua reale identità, e sappiamo che dobbiamo guardarci bene da lui.
ANDREA GILARDI milanese domiciliato a Torino per motivi di lavoro, meglio noto come GORAETA, è forse  l'unico che davvero non c'entra nulla con la Diaframmamailinglist.

Primo perché la sua presunta passione smodata per il gruppo fiorentino è frutto di un banale equivoco. Non tutti sanno, infatti, che la sua proverbiale esuberanza ai concerti e il suo famoso vezzo di cantare a memoria indifferentemente tutti i brani della produzione fiumaniana da "Amsterdam" a "Piccola ladra" (o meglio di urlare, con atteggiamenti tipici da ultrà quando inneggia alla propria squadra) non nasce da una passione autentica  verso tale musica, bensì essa è l'effetto indesiderato e purtroppo ancora incurabile di una rara sindrome (detta "goraetismo") che impone a chi ne soffre suo malgrado appunto il riflesso condizionato di recitare a memoria -meglio se col braccio alzato- tutti i testi dopo l'ascolto anche di solo poche note del repertorio diaframmaro.

Secondo perché la sua presenza appassionata in lista e la sua partecipazione alle attività sociali dei listari è solo un becero tentativo di creare una solida copertura alla sua attività di terrorista dell'Eta [Il nick-name "Goraeta" è proprio un riferimento al motto del partito rivoluzionario indipendentista basco Herri Batasuna (o qualcosa del genere)]; attraverso una falsa affabilità nei modi e con la sua doppiogiochista disponibilità nei nostri confronti, infatti, è riuscito col tempo a crearsi una apparente
credibilità di bravo ragazzo neosensibilista grazie alla quale c'è chi sarebbe pronto -tra noi- a tagliarsi una mano in suo favore se fosse necessario non sapendo che così non farebbe altro che prestare il  fianco alle trame dell'eversione internazionale.

Infine perché è evidente che uno come lui, tra i più dediti e promettenti giovani manager italiani (attualmente alla direzione di un grosso tour operator internazionale), non possa avere niente a che fare con le forme e le sostanze del Punk; eppure -anche qui solo a causa di una meschina operazione di infiltraggio- molti di noi lo considerano un vero e proprio riferimento nelle pogate sottopalco. Certo, gli aneddoti che lo vedono protagonista sembrerebbero confermare tale apparenza: come le varie volte in cui FF in persona ha dovuto invitarlo alla calma, come le volte in cui il suo subdolo scatenarsi ai concerti dei diaframma ha provocato il danneggiamento di vari rock-club italiani (in termini di pezzi di palco, aste di microfoni e quant'altro), come le volte in cui in vario modo abbiamo avuto occasione di assaggiare i suoi gomiti nei denti.

E' per questo che ormai abbiamo imparato a non fidarci di lui. Ormai abbiamo svelato il mistero dei suoi lunghi periodi di assenza nello scambio dei messaggi e delle sue sospette riapparizioni guarda caso proprio subito dopo qualche attentato dinamitardo nei Paesi Baschi; ormai abbiamo capito che quando lui mette a disposizione i suoi mezzi per trasferte diaframmatiche è solo per secondi fini; ormai ci siamo rassegnati a lasciargli l'ambito posto in prima fila a 10cm dal monitor di Fiumani, ma solo per paura delle terribili ripercussioni che potremmo subire.
Ed è solo per questo, perché in fondo in fondo siamo come lui, che continuiamo a volergli bene.



-M MARCUCCIO all' internazionalismo comunista, ENRICO BOIL alla teoretica
indipendentista, LAURA CALVELLO alla militanza anarchica-