Recensione tratta da Mucchio Selvaggio N°496 del 23/07/2002 di Federico Guglielmi e spedita da Max Collini.
"DIAFRAMMA - Sassolini sul fondo del fiume" (Self)
Ma che bel titolo che si è inventato Federico Fiumani per questa "Collezione di inediti e rarità"!
Sassolini, pebbles, come ad ammonire che non ci sono qui pepite, nuggets, ma che l'estimatore di lungo corso che voglia immergere le mani in queste chiare dolci fresche acque non le tirerà su vuote, cavandone pietruzze che il passare del tempo ha variamente scolpito donando loro forme intriganti.
Oggetti dichiaratamente non preziosi, curiosi però, da riporre in un cassetto per poi dimenticarsene e tirarli fuori dopo anni ancora, scoprendosene magari incantati.
Si sarà certo capito che il cd non si indirizza a chi dei Diaframma ha una conoscenza nulla o superficiale (discutibile servizio farebbe), quanto piuttosto agli estimatori di lungo corso, che vi scoveranno frammenti di autentica preistoria come una gotica "Effetto notte" dal vivo del 1985 e, restando in quell'anno, il demo originale della celeberrima "Amsterdam" condivisa coi Litfiba, distesa cavalcata trapunta da tastiere da epopea e voci che si rincorrono che pareva allora new wave e suona oggi più che altro post-progressiva.
O ancora, dal tempo i cui i Fiorentini erano ancora più o meno un gruppo e non il nome d'arte del leader, versioni mai sentite dell'onirica "Caldo", della marcetta funk "Grande o Infinito", della ludicamente bittarola "In perfetta solitudine".
Il resto è Fiumani sorpreso in una rimpatriata con colui che per un po' diede voce ai suoi versi, nondimeno nella sua versione più scarnamente cantautorale, poesia aggrappata a esili corde di chitarra.
Più due brani, uno minaccioso, l'altro sognante, degli a me sconosciuti Van Der Bosch di Miro - ebbene sì: ci eravate già arrivati? -Sassolini.
Federico Guglielmi