Recensione tratta da http://www.rockit.it/ di pons@rockit.it del gennaio '99

"DIAFRAMMA Scenari immaginari"


Devo dire la verità: i Diaframma li conoscevo più per nome che di fatto. Di loro avevo sentito solo il vecchio brano "Siberia" (1984) e sapevo che erano stati tra i gruppi trainanti della scena new-wave fiorentina degli anni '80, la scena da cui poi spiccarono il volo i Litfiba. Ascoltando questo "Scenari Immaginari", praticamente un disco autoprodotto da Federico Fiumani e distribuito dalla Self, sono rimasto un pò spiazzato: siamo sicuri che siano gli stessi Diaframma di "Siberia"? Il gruppo è sempre quello, ma il prodotto cambia (ok, son passati 14 anni di altre produzioni, mica potevano restare uguali, no?). Le atmosfere sono decisamente più pop, più solari, anche se tutte legate da un filo conduttore malinconico, con testi dal retrogusto amaro dei bei ricordi ("Esse", "dammi tempo", "la ballata dello scontento", "qualcuno mi ha amato"...). Probabilmente sono questi gli "Scenari Immaginari": tante visioni della propria vita passata, delle amicizie, degli amori, delle situazioni, visioni che ormai sono solo degli scenari immaginari.
Il primo brano "Agosto" ha la simpatia di un pezzo degli Ottavo Padiglione: "voglio chiudermi in casa con duemila giornali porno", decisamente pop e orecchiabile. Bellissima "Annoiamoci", utile per chiedere "tempo" al mondo... e mettersi in pausa perché "solo dopo la noia torna il sereno". Dunque le sonorità della new wave non ci sono più, ma si avvertono in alcune tracce: quelle più evidenti sono in "Dammi Tempo" (un pochino noise) e "La mia timidezza", forse gli episodi musicalmente più interessanti perché appunto non sono del tutto pop, ma non sono neanche new-wave. Un piacevole mix, quindi, di pop e canzone d'autore con un sound personale e decisamente vitale.