Chi ricorda la vivacità della scena fiorentina degli anni Ottanta e l'attività dell'etichetta Ira, scuderia apripista del rock italiano, può constatare con piacere che nulla si è perso di quell'esperienza. Qualcuno, come Andrea Chimenti e Giancarlo Onorato (rispettivamente ex Moda e Underground Life), ha abbandonato il guscio protettivo di band dal marchio consolidato, altri, come i Litfiba e i Diaframma, non hanno rinunciato al nome originario malgrado i mutamenti radicali dell'organico.
È il caso di Federico Fiumani, che dei Diaframma è l'anima e il motore sin dagli esordi, nel lontano 1982. Da allora sono passati molti anni, moltissimi concerti e una pioggia di dischi. "Sesso e violenza" è il nono album della serie, e conferma lo stato di grazia di Fiumani, sempre più consapevole della propria maturità sulle traiettorie di un rock d'autore intimista e dolente, rifinito con cura, in equilibrio strategico tra melodia e impennate punkiste. Fiumani usa un linguaggio scabro e minimalista, affilato come una lama nel cantare i suoi raggelanti "affari di cuore", la solitudine e la noia, la gioia e la disperazione. Forse, qualche tratto di autocompiacimento di troppo, sotto la scorza dura.