La vicenda dell'uscita rimandata, per alcuni momenti addirittura a rischio, di questo nuovo disco di Federico Fiumani ci porta ancora una volta a pensare con sconsolata preoccupazione alle difficoltà di normalizzazione delle dinamiche del mercato discografico indipendente italiano, popolato troppo spesso da evanescenti e annaspanti figuri.
Ma l'aspetto forte che domina la riflessione è ancora una volta la personalità spigolosa e difficile dei Diaframma, capaci di sfornare a cadenza annuale dischi dall'ottima fattura, ricchi di spunti compositivi sempre freschi e degni del nome che recano, eppure sempre in viaggio tra una label e l'altra, tra situazioni contrattuali mai troppo definite, repentini 'colpi di testa' e di carattere ed infine, un profilo sempre orgogliosamente indipendente che vuol dire, in soldoni, fare le cose a modo loro.
E' la parabola di Federico Fiumani, che da tempo ha ormai preso la strada di un cantar se stesso con una sorta di autarchica indifferenza nei confronti del circostante, snocciola, nonostante tutto, un altro capitolo febbrile, sofferto, sincero della propria luna cantautorale.
Scariche di adrenalina pop, ballate struggenti, profonde cavalcate rolleggianti: sempre gli elementi di uno stile che non cerca facili compromessi di intelligibilità o troppo evidenti ammiccamenti alla comprensione di vissuti vomuni.
"Agosto" doveva guidare l'EP della stagione estiva, mito erotico di naufraghi rimasti in casa durante l'esodo estivo, le storie di "Esse", l'anomala ninna-nanna di "Dormi Che E' Notte", i rapporti con il mondo, non scevri da un sottile tocco di nevrosi, in "Dammi Tempo", "La Mia Timidezza" o "La Ballata Dello Scontento": il piglio pop di "Amico Mio" ormai classico per lo stile Fiumani, il cuore del disco di "Qualcosa Che Non Muore" è "Qualcuno Mi Ha Amato", che stigmatizza l'autobiografismo in realtà solo apparente di un iperpresente io.
"Scenari Immaginari" è un'altra fotografia, intensa, forse più nitida di "Sesso E Violenza", dell'energia indomita, scomoda, sicuramente dinamica del solipsismo compositivo di Federico Fiumani, ricamata da splendide chitarre ed arrangiamenti accorti, melodie ricorrenti e ricorrenti enigmi di un percorso senza precedenti.