La Stampa - 06/01/1999 - Recensione tratta dalle pagini locali di Vercelli de "LA STAMPA" di Matteo Robutti

"DIAFRAMMA Scenari immaginari"


In pochi lo sanno, qualcuno addirittura non li ha mai sentiti nominare, ma i Diaframma di Federico Fiumani sono uno dei gruppi più importanti nella storia del rock italiano, se non addirittura il più importante, se riferito al prolifico periodo degli anni '80, dominati dalla cultura new-wave/dark di cui i nostri erano esponenti primari.
I Diaframma nascono nel 1979, profondamente influenzati da gruppi come Joy Division e Stranglers, approdano al primo 45gg. nel 1982 e l'anno successivo pubblicano il mini LP "Altrove", ma è nel 1984 con l'album "Siberia" che la band (nella quale era nel frattempo subentrato Miro Sassolini a sostituire il precedente vocalist, Nicola Vannini) raggiunge l'apice della prima fase della sua carriera; infatti dalle produzioni successive (tra le quali il Mix "Amsterdam" inciso coi Litfiba) inizierà un processo di alleggerimento e di allontanamento dal cliché dark che li porterà a realizzare album come "Tre volte lacrime" (1986), in cui sono ancora presenti elementi oscuri, e "Boxe" (1988), nel quale a canzoni d'amore si affiancano a torride reminiscenze punk e che rimane l'ultimo LP dei Diaframma intesi come gruppo. Da lì in avanti il chitarrista Federico Fiumani si assumerà a nche l'onere delle parti vocali, rivoluzionerà totalmente la formazione e, dopo aver pubblicato il mini LP di prova "Gennaio", firmerà per una Major (la Ricordi) per la quale inciderà il contraddittorio "In perfetta solitudine"(1990), per poi ritornare alle etichette indipendenti con "Anni luce" (1992), LP caratterizza to da arrangiamenti scarni e violente schitarrate. Ma è con il successivo "Il ritorno dei desideri" (1994) realizzato con la collaborazione di Gianni Maroccolo dei CSI (ed ex bassista dei Litfiba) che la band ritroverà una certa continuità e raggiungerà nuovamente le vette qualitative degli anni '80, pur senza lo stesso riscontro di pubblico, stato di grazia confermato dai successivi "Non è tardi" e "Sesso e Violenza" sempre caratterizzati dal connubio amore/punk.
Quest'ultimo "Scenari Immaginari", a dirla tutta, non aggiunge niente di nuovo ai suoi tre predecessori, anzi, la formula che ne aveva fatto la "fortuna" (se 1 0000 copie vendute possono esserlo) comincia a mostrare la corda...
Per carità, ci sono dei momenti di sublime poesia sia musicale sia lirica, come in "Annoiamoci", "Dammi tempo", "La mia timidezza" o "Amico mio", ma in generale sono i suoni e la produzione a non valorizzare il lavoro come meriterebbe, spesso infatti le soluzioni appaiono scontate, specie nella scelta di suoni tastieristici, un po' troppo datati (come in "Esse") e nell'arrangiamento dei brani che talvolta sembrano incompiuti.
Rispetto ai precedenti lavori, secondo me "Scenari Immaginari" rappresenta un passetto indietro, ma rispetto a tante schifezze che il mercato ci propina è invece di grande qualità, specie se penso che al primo posto nelle nostre classifiche c'è un CD vacuo, pretenzioso ed insulso come quello di Mina e Celentano...
E comunque rappresenta un altro tassello nella carriera ventennale dei Diaframma, un gruppo che tutti dovrebbero conoscere, specialmente chi pensa che il rock i taliano siano i Litfiba o i Timoria.......