Recensione tratta dal Mucchio Selvaggio (Dicembre 2001).
"DIAFRAMMA - Il Futuro Sorride a Quelli Come Noi"
E se alla fine avesse avuto ragione lui?
Nettamente battuto sotto il profilo delle vendite e della visibilità nella più o meno amichevole tenzone che dagli ormai lontani esordi nei primi '80 li oppone ai concittadini litfiba, federico fiumani ha finito per superarli altrettanto nettamente per qualità delle proposte.
Senza che nemmeno abbia bisogno di impegnarsi più di tanto, il confronto attualmente risulta addirittura impietoso:da una parte una sigla che sopravvive a se stessa e un solista dalla credibilità artistica nulla, dall'altra un quieto fluire di album che se di rado offrono guizzi di assoluta memorabilità mai scendono sotto una media dal più che decoroso al buono.
Si iscrive alla seconda categoria "il futuro...", con le sue dodici canzoni svelte e ossequianti uno stile consolidato senza che maiil cliché prevalga. O quasi.
Si sa sempre cosa aspettarsi da un disco dei diaframma: qualche vaga reminiscenza dark, qualche scatto punk, qualche ritmica marziale, ricordi di new wave che penetrano in profondità una scrittura perfettamente iscritta nella tradizione della migliore canzone d'autore nostrana.
La differenza rispetto ai più immediati predecessori è che questa volta riff e ritornelli sono più insidiosi, i giochi di vuoti e pieni particolarmente ben congegnati, la ritmica ha talvolta afflato funk che cattura ("donna guru" "il telefono"), gli arrangiamenti offrono finezze (tipo gli archi che irrompono in "movimento") che risaltano sempre più un ascolto via l'altro.
A risaltare da subito (come sempre) è il livello dei testi : alternativamente ironici e romantici, agrodolci, prodighi di immagini fulminanti.
Sotto questo profilo fiumani continua ad avere pochi, pochissimi rivali.
E allora si: anche se la grande discografia si ostina a ignorarlo, il futuro sorride a quelli come lui.
Eddy Cilia