Recensione tratta dal mensile Rockerilla marzo 1994 di Gino Tozzini

"DIAFRAMMA Il ritorno dei desideri"


Forse questo é pių il ritorno dei nostri desideri che di quelli di Federico Fiumani; "Il ritorno dei desideri" é appunto un album dove ad ogni angolo si scopre una insolita voglia di musica; dopo la sbornia cantautorale degli ultimi anni, i toni pių intimi sembrano, almeno musicalmente, passare in secondo piano, di fronte all'incalzare del ritmo, con chitarre insolitamente aggressive come non ne avevamo mai sentite, ma semre desiderate; probabilmente la produzione di Gianni Maroccolo, in questa direzione ha dato un forte contributo a trasformare l'impianto sonoro di molte canzoni.
Ecco allora scorrere, come in un sogno, fermenti di punk-rock ("Il sogno", "É la crisi", "Underground"), persino un rock'n'roll originalissimo, assolutamente imprevisto ("Mi fai morire"), ma geniale ai limiti del paradosso, escursioni in un jazz-rock libero nella forma e nella sostanza ("Nč meglio nč peggio") e poi rock in mille frammenti diversi, cuciti con rabbia, con dolore, ma anche con assoluta malinconia e tristezza, tra escursioni acustiche e folate elettriche, rock vissuto e non solo disegnato.
"Il ritorno dei desideri" é veramente un capitolo nuovo nella vicenda Diaframma, tra vecchi gioielli e rinnovate tensioni, mai ci saremmo aspettati un episodio cosí trasversael rispetto al passato pių recente, prova evidente di una vena che dopo tanti anni é ben lontana dall'inaridirsi, rivitalizzando la poesia urbana di Federico Fiumani con strutture musicali dalla incontrastata personalitá. Delle quattordici canzoni, una sola era giá conosciuta, precisamente "Manca l'acqua" che faceva parte di un lotto di cinque inediti che erano apparsi su "Live and Unreleased". Non esitiamo a considerare l'ultima prova discografica di Fiumani come il ritorno alla pių concreta ispirazione, decretandola sua opera migliore da molti anni a questa parte.