L'attivita' dei Diaframma, gruppo fra i piu' noti dell'area fiorentina, ha avuto all'inizio dell'estate una brusca e curiosa interruzione: gran parte dell'organico e' stato chiamato per il servizio di leva. Cose che succedono quando si ha tutti piu' o meno la stessa eta', e quando soprattutto quest'eta' e' quella giusta per il militare. Ma i Diaframma sono riusciti in qualche modo (sfruttando licenze, riavvicinamenti, e cosi' via) a restare uniti e a continuare a lavorare. Adesso, dopo sei mesi, ritornano in concerto, questa sera al Manila. La loro storia e' legata alla discoteca Brighton di Settignano, nel loro caso e' servita per conoscersi e per cominciare a pensare di poter fare sul serio. L'anno scorso hanno debuttato su vinile con un quarantacinque giri per l'Italian Records e adesso stanno preparando un disco per la 'fanzine' fiorentina "Free" (in uscita per questo mese). Il suono dei Diaframma e' quello, ormai classico, che trova le radici nella scuola dei Joy Division, ma l'operazione piu' apprezzabile di questo quartetto e' l'inserimento di buoni testi in italiano. Spesso si dice che la nostra lingua non e' adatta alla musica rock: le poesie dei Diaframma sono un egregio tentativo che comincia a negare questo luogo comune.