Diaframma - ALTROVE
tratta  da  Rockerilla  n. 35  del  Giugno  1983
Scritto da Gino Tozzini

 
Quando  questo  E.P.  sara'  nei  negozi  la  stagione  non  gli  sara'
piu'  favorevole, il  tepore  dell'estate  non  si  confa'  a  musica  come
questa, il  suono  di  questi  solchi  e'  magia  della  notte,
illuminazione  autunnale, nebbia  sonora  che  esige sciabolate  di
ghiaccio  per  essere  compresa. Il  mondo  dei  Diaframma  e'  fatto  di
riflessioni  intellettuali, di  un  substrato  culturale  introverso, dove
la  magia  e  le  alchimie  sono  padrone  delle  strade  delle  metropoli,
degli  anfratti  piu'  bui, dove  si  nasconde  la  vita  ma  anche  la
morte. Un  disco  che  mentre  lo ascolti  ti  scivola  lungo il  filo
della schiena  come  la  lama  di  un  rasoio, tagliente, freddo  e  al
tempo  stesso  caldo  come  il  sangue  che  sgorga  sotto  la  lama,
parole  dure  ma  lasciate  cadere  quasi  con  noncuranza  fra  suoni  dai
bagliori  sinistri.
"La  musica  che  vive  nel  sottosuolo / la  musica  che  non  vuole
venire  alla  luce / le  mure  trasudano  calde / e  dietro  le  inferriate
le  grida / dividono  il  mondo  dai  battiti  del  cuore" ("Effetto
Notte"). Ancora  una  volta  sono  costretto  a  ripetermi  di fronte  ad
un  disco  dei  Diaframma; ho  avuto  al  fortuna  di  poter  seguire  la
loro  evoluzione  dalle  origini (mi  sembra  1980  circa)  fino  a  questo
splendido  prodotto, dai  tempi  dei  primi  incerti  passi ("Illusione
ottica", "Natura  morta", "Idillio  High-life"),dove  del  suono  attuale  vi
era  solo  l'attitudine  crepuscolare  ed  una  marcata  dipendenza  dai
modelli  inglesi  tipo  Joy  Division, e Cure, che  ora  sembra  superata
in  un  accostamento  artistico  tra  idee  e  percezioni  sensoriali; tra
linee  melodiche  e  oscure  minacce  di  "suicidio".
Un  prodotto  completo  sotto  ogni  punto  di  vista, dalla  scelta  dei
brani, alla  loro  produzione, dalle  soluzione  sonore  alle  copertine (un
dipinto  di  Tranquilllo  Cremona  seguace  della  Scapigliatura
milanese). Un  disco  che  non  so  quanto  potra'  incontrare  il  gusto
del  pubblico  italiano, ma  che  se  fosse  inglese  venderebbe
sicuramente  molto  e  giustamente.