Quando questo E.P. sara'
nei negozi la stagione non gli sara'
piu' favorevole, il tepore
dell'estate non si confa' a musica
come
questa, il suono di questi
solchi e' magia della notte,
illuminazione autunnale, nebbia sonora
che esige sciabolate di
ghiaccio per essere compresa.
Il mondo dei Diaframma e' fatto di
riflessioni intellettuali, di un
substrato culturale introverso, dove
la magia e le alchimie
sono padrone delle strade delle metropoli,
degli anfratti piu' bui, dove
si nasconde la vita ma anche la
morte. Un disco che mentre
lo ascolti ti scivola lungo il filo
della schiena come la lama
di un rasoio, tagliente, freddo e al
tempo stesso caldo come
il sangue che sgorga sotto la lama,
parole dure ma lasciate
cadere quasi con noncuranza fra suoni
dai
bagliori sinistri.
"La musica che vive nel
sottosuolo / la musica che non vuole
venire alla luce / le mure
trasudano calde / e dietro le inferriate
le grida / dividono il mondo
dai battiti del cuore" ("Effetto
Notte"). Ancora una volta
sono costretto a ripetermi di fronte ad
un disco dei Diaframma; ho
avuto al fortuna di poter seguire la
loro evoluzione dalle origini
(mi sembra 1980 circa) fino a questo
splendido prodotto, dai tempi
dei primi incerti passi ("Illusione
ottica", "Natura morta",
"Idillio High-life"),dove del suono attuale
vi
era solo l'attitudine crepuscolare
ed una marcata dipendenza dai
modelli inglesi tipo Joy
Division, e Cure, che ora sembra superata
in un accostamento artistico
tra idee e percezioni sensoriali; tra
linee melodiche e oscure
minacce di "suicidio".
Un prodotto completo sotto
ogni punto di vista, dalla scelta dei
brani, alla loro produzione, dalle
soluzione sonore alle copertine (un
dipinto di Tranquilllo Cremona
seguace della Scapigliatura
milanese). Un disco che non
so quanto potra' incontrare il gusto
del pubblico italiano, ma che
se fosse inglese venderebbe
sicuramente molto e giustamente.