Recensione tratta dal Mucchio Selvaggio 20 novembre 1992 di Stefano Ronzani

"DIAFRAMMA Anni Luce"


Federico Fiumani, songwriter e poeta, è da parecchi anni che sta cercando la formula giusta per coniugare le sue doti di inventore di melodie con una passione per il rock, che gli arriva da dall'era della new wave e da un amore fedele per i Television. Da quando ha scelto di cantare lui stesso le proprie canzoni, è passato da risultati scarsi dovuti alla sua inesperienza vocale a risultati più che dignitosi. La sua vena compositiva si esprime al meglio nelle canzoni di stampo "tradizionale" (strofa, ritornello, ecc.) che, contrariamente a ciò che si crede, sono le più difficili da strutturare perché è difficile ideare uno svolgimento originale.
Diversamente, nei brani più sostenuti i Diaframma ci provano ad essere travolgenti, ma non sempre ci riescono. Il motivo va ricercato nel fatto che le idee talvolta restano solo abbozzate; riff bellissimi che odorano di punk, ma che non si articolano e la voce di Fiumani che, nella parte alta, si attesta su un tono senza modulare e che si impegna in alcune maratone per sillabare molte parole in spazi invece ristretti. Della prima categoria fanno parte "Guida tu" , "La mia vita con una dea" ,"Nel tuo mondo" e "La densità della nebbia", che sono bellissime, e della seconda "Un'altra volta" e "Palla di burro" , che però nel finale si riscatta. "Romantico" trova invece la forma ideale: le parole non soffrono alcuna costrizione ritmica e il rock diventa un treno che ci porta lontano e che ci fa sognare. Le liriche sono troppo importanti e coraggiose, come dimostrano anche "Pasqua" e "Le Alpi", per non privilegiarle di più e se i progressi ascoltati in questo album non saranno lettera morta, Fiumani rischia di divenire alle soglie del 2000, l'autore più interessante di tutto il panorama italiano.