Recensione tratta da Mucchio Selvaggio n.93 dell'ottobre '85 di Federico Guglielmi.
"DIAFRAMMA/LITFIBA Amsterdam"
Ci voleva davvero: a quanti inventano improbabili polemiche e fantasticano
di profonde rivalità in seno al clan I.R.A., Diaframma e Litfiba rispondono
con un preclaro esempio di spirito di gruppo, di proficua collaborazione
artistica e - perché no? - anche di amicizia reciproca. Ecco così che
"Amsterdam", uno dei migliori episodi di "Siberia" dei Diaframma, è stato
rielaborato con la attenta supervisione dei Litfiba, ri-registrato dai nove
componenti delle due band e riproposto su vinile, questa volta come facciata
A di un 12"EP, assumendo connotati inediti e presentandosi come potenziale
hit: il ritmo pulsante, lo splendido duetto delle voci (tanto diverse tra
loro) di Miro Sassolini e Piero Pelù, la ricchezza melodica dei nuovi
arrangiamenti (bellissima la fisarmonica del magico Aiazzi) e la cura
riservata alla valorizzazione dei particolari irradiano il brano di luce,
squarciando le tenebre della versione originale (peraltro apprezzabilissima)
e rendendola veramente "canzone".
Il retro, invece, è occupato da due recenti composizioni dei Diaframma, che
evidenziano il tentativo del quartetto fiorentino di allontanarsi da schemi
sonori forse troppo cupi per ricercare una via espressiva più armoniosa e
"positiva": il sound si è fatto più fluido, più raffinato, e il canto di Miro
si è spinto, con ottimi risultati, verso tonalità mai sperimentate; la dolce
"Elena" e la più energica "Ultimo boulevard" si segnalano in tal modo come
prodromi di un nuovo corso che - c'è da esserne sicuri - sarà più ricco di
soddisfazioni del precedente.
Un altro tassello che si aggiunge al policromo mosaico della nuova musica
italiana cantata in italiano, sottolineando una volta in più la bontà di un
discorso rock finalmente nostro.